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Troya, Carlo.

Uomo politico e storico italiano. Figlio di un medico della corte borbonica, si orientò verso gli studi giuridici ed esercitò per alcuni anni la professione di avvocato. Cattolico di sentimenti liberali, si mise in luce durante la Rivoluzione del 1820-21 e fu redattore del periodico “La Minerva napoletana” e intendente della Basilicata. Esiliato (1824-26), prese a viaggiare in Italia e in Europa, approfondendo gli studi di storia medioevale. Ritornato a Napoli dopo essere stato graziato, vi continuò l'attività di studio iniziata nell'esilio e nel 1844 fondò la Società Storica, presiedendola fino al 1847. Tra i massimi esponenti del movimento neoguelfo, partecipò agli eventi politici del 1848, accettando dapprima di collaborare al giornale liberale “Il Tempo” e successivamente di presiedere il Governo costituzionale napoletano (3 aprile - 15 maggio 1848), per quanto le sue posizioni politiche fossero meno radicali di quelle degli altri membri di Governo. Fu proprio la sua tendenza moderata, unita alla fama di studioso che dava lustro a Napoli e alla protezione accordatagli da Ferdinando II, a evitargli le persecuzioni dopo la restaurazione dell'assolutismo monarchico. Autore della Storia d'Italia nel Medioevo (4 volumi, 1839-55) che si ferma al periodo longobardo, scrisse anche Del Veltro allegorico di Dante (1826); Del Veltro allegorico dei Ghibellini (1832); Annotazioni (2 volumi, postumi 1869-71). Molto ricco è il suo carteggio conservato nella Biblioteca Nazionale di Napoli (Napoli 1784-1858).